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Clorinda Irace
E.F.P
Le tracce, i luoghi
Sulle orme di Elonora de Fonseca
Pimentel tra strade e palazzi napoletani |
Appendice
Napoli nel 1799
Napoli al tempo degli eventi oggetto di questo scritto,
apparteneva ad un regno in cui dominavano i Borbone di Spagna che grazie alla
pace di Vienna (che concluse la guerra di successione polacca nel 1738)
ottennero dall'Austria il Regno di Napoli e di Sicilia. Stiamo parlando di un
periodo in cui l'Europa si divideva in due aree dinastiche: l'una legata ai
BORBONE che regnavano in Spagna, Francia, Napoli e Sicilia, Parma e Piacenza;
l'altra legata agli ASBURGO D'AUSTRIA che controllavano Austria, Ungheria,
Paesi Bassi austriaci, Lombardia e Toscana Non deve stupirci pensare che le
grandi monarchie europee erano tutte collegate ed imparentate tra loro: le
figlie di Maria Teresa d'Austria erano al fianco dei re dei più importanti
Stati europei, basti pensare che ai tempi delle rivoluzioni, le due regine di
Francia e di Napoli, Maria Antonietta e Maria Carolina, figlie dell'imperatrice
d'Austria, erano sorelle.
Tornando a Napoli, nel 1738 vi
si insediò un nuovo re, Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna: Carlo
fu un sovrano colto, che risollevò la città portandola al rango di capitale. Le
sue tracce sono ancora intorno a noi sotto forma di splendidi monumenti: le
regge di Capodimonte e di Caserta, il teatro San Carlo, l'Albergo dei poveri.
Anche l'istituzione dell'Accademia ercolanese e l'inizio degli scavi di Pompei
ed Ercolano furono opera sua: a Napoli per sua iniziativa giunsero i migliori
architetti dell'epoca, da Ferdinando Fuga a Luigi Vanvitelli nonché pittori,
scultori, uomini di cultura. Iniziò una riqualificazione della città che attirò
aristocratici da ogni parte dell'Italia meridionale che ben presto apposero i
loro stemmi ai palazzi che fecero costruire nelle zone più amene di Napoli e
che ancora oggi possiamo ammirare. Purtroppo, il suo successore, il figlio
Ferdinando IV non fu alla sua altezza: re più per dovere che per vera
aspirazione, ignorante, dominato dalla moglie austriaca, fronteggiò malissimo i
fervori illuministici che serpeggiarono tra i suoi cittadini e ancora peggio
gestì la rivoluzione del 1799, dando vita ad una sanguinosa controrivoluzione
il cui ricordo ancora oggi offende la città. L'eccidio non bastò a garantirgli
il Regno perché il 14 gennaio 1806 fu costretto di nuovo alla fuga a Palermo
perché le vicende napoleoniche portarono sul trono napoletano il fratello dell'imperatore
Bonaparte, Giuseppe, poi sostituito da Gioacchino Murat. Solo la Restaurazione,
nel 1815, riporterà Ferdinando a Napoli, stavolta con il titolo di Ferdinando I
re delle due Sicilie. Questa inattesa gioia lo portò a costruire come ex voto
la bella chiesa neoclassica di San Francesco di Paola, proprio di fronte alla
reggia: evidentemente il re considerò il suo ritorno un tal miracolo da
meritare un voto!
CARLO III |
MARIA AMALIA |
FERDINANDO IV (I) |
MARIA CAROLINA LUISA MIGLIACCIO |
FRANCESCO I |
MARIA CLEMENTINA ISABELLA DI SPAGNA |
FERDINANDO II |
MARIA CRISTINA DI SAVOIA M. TERESA ISABELLA D'AUSTRIA |
FRANCESCO II |
MARIA SOFIA DI BAVIERA |
LA NASCITA: 13 gennaio 1752: Eleonora Pimentel de
Fonseca nasce a Roma in Via di Ripetta, 22 da Don Clemente Henriquez de Fonseca
Pimentel Chaves e da Donna Caterina Lopez de Leon.
LA GIOVINEZZA: a Napoli, dove compì la sua
formazione, frequentò i primi ambienti colti e la Corte borbonica.
GLI SCRITTI: poemi che le fruttarono l'ingresso
nell'Accademia dei Filateti e, successivamente, in Arcadia con il nome di
Altidora Esperetusa. Si tratta di opere che riecheggiano la moda del tempo,
ispirate a Metastasio e ai poeti arcadici.
IL MATRIMONIO: all'età di 25 anni con Don Pasquale
Tria de Solis, quarantaquattrenne.
LA MATERNITA: infelice perché il piccolo Francesco
muore a soli otto mesi e i successivi tentativi di maternità falliscono.
LA SEPARAZIONE: nel 1785, segna l'inizio di un nuovo
periodo di studi scientifici, politici, giuridici.
LA RIVOLUZIONE: frequentazioni “rivoluzionarie”,
allontanamento dalla Corte, arresto nell'ottobre del 1798.
IL GIORNALISMO: scarcerazione nel gennaio 1799,
proclamazione della Repubblica, fondazione del “Monitore napoletano” (uscì dal
2 febbraio all'8 giugno) a lei affidato.
LA SCONFITTA: 13 giugno 1799, caduta della
Repubblica e capitolazione. Eleonora viene condotta inizialmente sulla nave
francese che l'avrebbe dovuta far espatriare, poi, violati i patti, la
prelevano e la incarcerano alla Vicaria.
LA FINE: 20 agosto 1799, esecuzione in Piazza del
Carmine non mediante decapitazione come competeva al suo rango ma per
impiccagione.