GIORNALE ESTEMPORANEO

 

NAPOLI 15. FIORILE ANNO 7.

 

)( N.  VI.)(

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Gl'Inglesi abusando della poca vigilanza che le circostanze ci permettono di esercitare nell'interno della Repubblica, e della facile credulità de' nostri popoli, hanno mandato intorno i loro emissarj, per eccitar delle turbolenze, e spedire in Sicilia un corriere consolante a quella povera Carolina. L'eccellentissimo Signor Micheroux, cavaliere di nuova data, era alla testa dell'intrigo; e promettendo eserciti celesti, essendo disgraziatamente finiti i terrestri, e spargendo chiavi, fasce, spallette, ed altri simili trastulli che ingrandiscono l'anima, formano il genio dell'uomo, e lo nobilitano, è giunto a fare insorgere molte Comuni, a sorprendere Castellamare, ed a cagionare l'eccidio di molte popolazioni. Nove preti di Gragnano erano alla testa di quei fuorusciti, ed un prete di Castellamare fu il primo a prendere la coccarda rossa, e ad eccitare gli abitanti alla rivolta.
Il coraggio inglese non isbarcò a terra la sua gente, ed alcune centinaj a di soldati esteri, se non se dodici ore dopo di essersi assicurati dell'insurrezione di Castellamare. Allora ordinando ai lancioni di tenersi pronti, si vide il chiarissimo Micheroux passeggiar baldanzoso, e colla testa dritta fra la ciurma anglicana, accompagnato da quattro uffiziali inglesi, promettendo a quei popoli, che non avrebbe mancato di riceverli sotto l'ombra delle protettrici sue ali, ed assicurandoli che un simile sbarco, ma magnifico, e grande si era in Napoli effettuato.
Mentre queste lusinghiere idee si raggiravano nello spirito dell'Eccellenza sua, si odono alcune fucilate, accompagnate da terribili grida di guerra. Le truppe francesi circondano il paese, Castellamare è preso, Gragnano bruciato, tremila insurgenti distrutti, alle porte di Salerno. Micheroux per prudenza s'imbarcò alla prima fucilata, uno dei quattro uffiziali inglesi che lo scortavano, con un'altra quarantina d'individui di questa nazione restarono prigionieri di guerra; tutti gli esteri furono uccisi, e pochi potettero riguadagnare i vascelli. Se il primo corriere sarà gradevole a Carolina, il secondo le recherà qualche indigestione, ed avrà bisogno di ricorrere all'elixir del numero precedente per dissipare i suoi guai.
Il Generale è giunto in Caserta la sera del giorno dodici. Le truppe si trovano accampate per questi contorni, e la più severa disciplina si è stabilita per tener lontano qualunque disordine. Alcune piccoline si preparavano jeri con tutta la pioggia ad evacuar Napoli, e stabilire il loro domicilio presso il quartier generale.
Certi speculatori giravano per la città per farne incetto, ma non credo che riusciranno ne' loro disegni, giacchè questi piccoli brulotti verranno respinti alle lor case, e cacciate da tutto il circondario del campo.
Una lettera di Milano ci dice, che dal momento in cui il Gen. Moreau ha preso il comando dell'armata, i Tedeschi hanno avuto due sconfitte. Intanto Souvarow si avanza co' suoi Russi. Questo giovine generale di anni 72, ha giurato di prender Mantova d'assalto. Noi sappiamo che i Russi sono vigorosi anche ad una certa età; ma sappiamo altresì che questo Generale ha perduto una parte del suo vigore negli amabili duetti che ha passati coll'immortale Caterina.
Si è organizzata una nuova legione della Guardia Nazionale composta tutta di Calabresi. Questi bravi giovani si prestano con tutte le loro forze in difesa della loro patria, ed eccitano tra tutta la gioventù nazionale un'emulazione degna de'più bei tempi di Roma. Sento sul momento che i Leccesi sieno occupati a far lo stesso.
Giovani Repubblicani, voi siete la speranza della patria, voi dovete fondar la nostra Repubblica, ed assicurare i suoi destini. Il vostro cuore è puro; i vostri pensieri sono fervidi, e grandi. Voi non conoscete quel vile timore che è sempre l'effetto di una servile educazione. Voi soli potete avvezzarvi a quella vita dura e laboriosa necessaria per le grandi imprese. Cosa si può sperare da un uomo ammollito dall'ozio, e corrotto dal piacere? Questi uomini palpitano sempre, ed altro non desiderano che una quiete, qualunque essa si sia, per ritornar di nuovo nel seno della loro mollezza. Ma tu, fervida gioventù, tu senti i nobili stimoli della gloria, tu sei animata dall'emulazione, tu conosci una patria, e tu non guardi ai pericoli, quando si tratta di stabilire la sua indipendenza, e di assicurarle un posto tra le nazioni più illustri di Europa.
L'attonito straniero mirando la numerosa gioventù napoletana, non può contenersi dall'esclamare: e qui si teme la servitù? I giovani han fondata la Repubblica Francese, l'han difesa contro tutti i tiranni di Europa coalizzati alla sua rovina, e da questi giovani sono usciti i Bonaparte, i Joubert, gli Hoche, i Moreau, e tanti altri generali che han fatto impallidire i Coburg, i Clairfait, gli Hoellove, e che renderanno anche nullo il vecchio Suvarow.
Riunitevi adunque, bravi giovani, fra di voi; impugnate lo stendardo della libertà napolitana; mettete alla vostra testa quel giovine che sarà il primo per lo suo coraggio, e per lo suo entusiasmo; andate nei dipartimenti; chi sarà quel giovine insensibile che al vostro esempio non si riunirà a voi? richiamate gl'insurgenti alla ragione, e ad i veri sentimenti patrj, non è forse alieno dai veri principj; la seduzione essi non saranno sordi alle vostre voci, e faranno a gara per riunirsi a voi. Tranne alcuni pochi seduttori, l'animo degli insurgenti può farli traviare ma il vostro esempio li richiama alla patria, e 'l loro coraggio li renderà áegni del loro ritorno.
Ma sopratutto, bravi giovani, obliate le gelosie provinciali, i nomi di partiti; uno è il paese di tutti, uno il partito comune, la patria. Disprezzate quelle piccole distinzioni che servono a mettere la discordia tra di voi, e che la tirannia ha immaginate per incatenare gli uomini gli uni cogli altri, e tenerli così tutti avvinti ai suoi piedi. Sia il primo tra di voi chi sarà il primo tra i pericoli, ed il primo nella strada della gloria. Le distinzioni sieno figlie delle azioni, e sieno chiamati a dirigervi coloro che vi hanno diretto col fatto, precedendovi nei disaggi, e guidandovi alle illustri imprese.
Giovani Napolitani, l'Italia ha i suoi sguardi sopra di voi; prevenuta in favor vostro, attende con impazienza il racconto delle vostre gesta, e vuol vedere i frutti del vostro coraggio. I bravi Francesi ve ne han dato l'esempio, son pronti ad assistervi, ma vorrebbero allievi degni di loro. Chi più vi ritarda? Andate, che vincerete sicuramente; obbligherete l'inglese ad uscire dai vostri mari, ed il freddo alemanno ritornerà vergognoso nel suo gelato settentrione.

Aneddotto.

Gli uomini hanno tavolta certe specie curiosissime; si mettono un nome in bocca, e lo ripetono cento e mille volte, senza sapersi perché. Lo stesso è accaduto a me per rapporto a Micheroux, ed a forza di ripetere questo nome, mi sono ricordato di un aneddoto che i lettori vedranno con piacere.
Accesasi la guerra tra la repubblica Francese, e sua maestà Siciliana, temendone il grosso borbone i funesti effetti, incaricò segretamente il Cavalier Micheroux, allora residente in Venezia, a trattar la pace con quel Ministro della repubblica Francese, il Cittadino Salemand. Le cose erano a buon termine, non avendone nulla traspirato nè Carolina, nè la moglie del residente, spia nobile della Regina Siciliana.
Un giorno il marito essendosi dimenticata la chiave del suo gabinetto, ed occupata la moglie ad una partita di piacere, non trovò più opportuno rifugio del gabinetto maritale. Per disgrazia mancava quello stanzino di letti, e di sofà; una sola poltrona adaggiava le membra del novello Atteone, e questa poltrona era piena di carte. Amore la destinò per l'altare del gran sagrificio; subito le carte vennero tolte, e l'opera fu ridotta alla sua perfezione.
Bisognava lasciar le cose in statu quo, per non far sospettare al marito l'indiscretezza della moglie. La brava donna si accinse all'opera; ma la curiosità, che è propria delle signore donne, indusse madame a dare un occhiata alle carte, mentre cercava di metterle in ordine. Esse contenevano la corrispondenza tra il residente, ed il ministro. La forlana lesse, e rilesse, e spedì un corriere a Carolina per dargliene avviso. I contemplativi dicono che le maestà siciliane vennero a capelli; ma il fatto si fu, che il trattato diventò nullo, ed il povero Micheroux restò cornuto e battuto. Questo fatto si trova registrato nelle memorie segrete della serenissima Repubblica di Venezia.

Istituto Nazionale di Francia.

Per dare un'idea di questo Istituto Nazionale, noi riferiremo un compendio delle sue produzioni pubblicate nel passato trimestre di estate. Guyton ha esaminato l'esperienza della riduzione del piombo per mezzo dello zolfo annunciata da Wiegleb come contraria alla teoria pneumatica; esso ha dimostrato che questa esperienza non è concludente, quando si tenga conto dei prodotti acriformi che si ottegno nel praticarla. In seguito lo stesso chimico si è occupato dell'acido del succino, ed ha investigato i prodotti della sua decomposizione; e dalle sue esperienze risulta che i minerologi hanno avuto ragione di attribuire a questo fossile un'origine vegetale. Finalmente lo stesso chimico ha presentato al pubblico i prodotti delle sue operazioni sul calcolo biliare, e questi annunciano la presenza di un acido in queste animali concrezioni.
Chaptal ha presentato nuove osservazioni sul color giallo che si può estarre da certe piante. Esso ha disingannato i chimici sulla differenza che da essi si faceva tra l'acido acetoso, e l'acido acetico, ed ha dimostrato che indarno si credeva di convertire l'acido acetoso in acetico coll'ajuto dell'ossigene, giacchè tutta la differenza de' due acidi non consiste nelle diverse proporzioni dell'ossigene, ma del carbonio che ne è il radicale, il quale esiste in maggior quantità nell'acido acetoso, che nell'acetico.
Vauquelin ha fatto l'analisi di una pietra pesante griggia ritrovata nei strati di Menil?Montant, presa per solfato di barite, o di calce; esso ha dimostrato essere un composto di solfato di stronziana, e di carbonato di calce. L'equivoco nasceva senza dubbio della somiglianza di alcuni caratteri della stronziana con quelli della barite.
Lo stesso chimico ha presentato due mezzi per far l'analisi del rame giallo, detto volgarmente ottone. Consiste l'uno nel farne la dissoluzione col mezzo dell'acido nitrico, e di precipitare questa dissoluzione colla potassa aggiunta in eccesso: l'altro metodo, cui l'autore dà la preferenza, consiste nel farne la dissoluzione per mezzo dell'acido solfurico, immergendo poscia nella dissoluzione una lastra di zinco, la quale precipita il rame nello stato metallico. L'economia rurale ha ricavato grandissimi vantaggi per le comunicazioni stabilite tra gli agronomi. Il Cittadino Teistier ha dimostrato che per mezzo di queste comunicazioni il travaglio de' campi è stato più utile, perchè meglio combinato. Si son formati molti prati artificiali, lo che ha accresciuti i vantaggi dei prati naturali; il suolo della Repubblica si è veduto ricoperto di un maggior numero di bestiami, e di razza migliore.
Parmentier ha presentato alcune osservazioni sul latte della medesima tratta; esso ha dimostrato che la porzione del latte che è la prima ad uscire è più acquosa, e meno nutritiva, e l'ultima è la migliore. Dovendosi somministrare il latte come alimento, o come medicamento, si dovrebbe prendere ìn considerazione questo esperimento.
Alcune osservazioni sul suolo di Malta, su quello di Egitto, e sulla struttura del monte Perduto, il più alto de' Pirenei, hanno avuto luogo in seguito. Inoltre si sono presentate alcune osservazioni su di una gravidanza extra?uterina, sulle concrezioni urinarie ed artritiche, e sulle ossa di un uomo, eccetto i denti, che per una malattia straordinaria hanno acquistato nello spazio di alcuni anni un volume eccessivo, senza che i muscoli abbiano sofferto alterazione alcuna.
Finalmente il Cittadino Lacèpède ha presentato un nuovo metodo di classificare gli uccelli.

Scienze Morali, e Politiche.

Buache ha pubblicata una carta generale alla Guyana; Mentelle un'analisi delle sue lezioni di Geografia, e Cosmografia, ed un saggio sulla storia degli Ebrei. Tralascio alcune altre memorie meno importanti, e vengo ad una questione trattata dal Cittadino Ruderer, cioè se noi vediamo gli oggetti dritti, o a rovescio, e se il senso del tatto ci ha fatto acquistar l'abito di raddrizzarli. L'autore crede che per la ragione sola che noi abbiamo sentito in alto gli oggetti verso de' quali abbiamo dovuto innalzar la mano per toccarli, e riceverla, l'occhio vede in alto l'oggetto che non può incontrare nel suo asse di visione senza sollevarsi, ed in basso quello che non può incontrare che abbassandosi; talchè il giudizio dell'occhio, o il suo sentimento ci fa conoscere la situazione dei corpi, e non già il giudizio o il sentimento del tatto, purchè questo senso ci abbia fatto conoscere precedentemente la loro esistenza.
Il Cittadino Dupont in una memoria sulle basi della morale, si è sforzato di stabilire che le questioni relative a questa scienza, sono questioni d'istoria naturale. Esaminando in appresso quale idea si deve dare alla parola ragione, osserva che questa parola presa fisicamente indica un rapporto, e moralmente la ragione è la scienza dei rapporti presi come motivi delle azioni. Quindi l'autore risale ad una suprema intelligenza, cui tutti i rapporti sono conosciuti; ragione universale cui deve conformarsi la nostra ragione parziale ed imperfetta per meritare in piccolo il nome di ragione. Quindi, secondo Dupont, Iddio non è solamente essenziale alla morale in qualità di rimuneratore delle virtù, e vendicatore della colpa, ma ne è il fondamento necessario come suprema saviezza, e tipo immenso di ogni verità. Dovunque si manifesta l'intelligenza, vi è un Dio; ve n'è uno nel polipo, e forse molti; uno molto rispettabile nell'Elefante, uno ammirabile nell'uomo; ve n'era uno sublime in Confucio, in Newton, in Turgot; e nell'universo vi è il Dio dei Dei.

Settentura e belle arti.

I travagli di questo genere hanno avuto per oggetto alcune ricerche sull'antichità, e certi punti di erudizione. Fra gli autori che si sono distinti, il Cittadino Dupuin merita che si faccia di lui particolar menzione. Esso ha compendiata la sua grande opera su i culti in un solo volume e l'ha resa perciò più commoda e più utile. Quest'opera è un preservativo eccellente contro le superstizioni figlie dell'ignoranza. Per esempio molti lettori saranno sorpresi di vedere in essa dimostrato fino all'evidenza che il gran S. Dionisio altro non è che il Dio Bacco, chiamato dai Greci Denis, o Dionysos, o Eleutheros: i Latini hanno tradotto quest'ultima voce colla parola Liber, e siccome Bacco, Dionisio, Eleuterio avevano una festa che si celebrava in campagna in tempo delle vendemie, così si è formato con questi nomi: Festum Dionysii, Eleutherii, Rustici, cioè festa di Dionisio, Eleuterio, Rustico, e finalmente la festa di S. Dionisio, di S. Eleuterio, di S. Rustico martiri. Gli epiteti o sopranomi di Bacco sono adunque diventati suoi compagni; e noi ne celebriamo la festa, come gli antichi, dopo le vendemie. Nei tempi d'ignoranza i clerici, ed i monaci i soli che sapessero leggere, han dato la preferenza al dio Bacco, per farne l'appostolo della Gallie, ed uno dei maggiori santi del paradiso; locchè è molto conveniente, e giusto per due ragioni; primo perchè la Francia produce del buon vino, perchè i nostri monaci lo bevono volentieri.
Questa è la serie dei travagli relativi alle scienze fisiche. Vediamo ora quali sono state le produzioni matematiche.

Produzioni Matematiche.

Gli analisti dividono in due classi i problemi che vogliono risolvere, cioè in problemi determinati, ed indeterminati. I processi analitici sono diversi per queste due sorti di problemi; quindi due specie di analisi.
Tra i problemi indeterminati si contengono i quesiti relativi alla natura de' numeri, quesiti difficili che esiggono una continua attenzione, ed una squisita risorsa d'ingegno; quindi eccitano maggiormente la curiosità; e sono molto seducenti.
Nel 1785 Legendre pubblicò una memoria su di questo argomento, ed ora sviluppando meglio le sue ricerche, ha pubblicato un'opera che ha per titolo: Saggio sulla teoria de' numeri. Questo libro contiene un trattato completo di ciò che si sa sulla teoria de' numeri, e molte dimostrazioni, e nuovi teoremi da lui scoperti. Il Cittadino Lagrange ha pubblicato simultaneamente un'opera nuova sull'analisi determinata, sulla risoluzione, cioè, delle equazioni numeriche. Ogni problema determinato si riduce in ultima analisi ad un'equazione in cui col numero ignoto si trovano solamente dei numeri, i quali conservano il loro numerico valore. I metodi che ne danno la soluzione sono importanti, ma molto più quando sono, giacchè in questo caso si richiede una semplice sostituzione per determinare il valore dell'incognita. Le formule di questa natura mancano al di là delle equazioni del quarto grado. Si è dunque dovuto ritornare ai mezzi onde risolvere individualmente l'equazioni numeriche, ed estrarne uno ad uno i valori del numero ignoto. Newton aveva dato solamente un metodo approssimativo, anche quando la quantità che si cerca ha valori esatti, e che in certi casi non dà nulla.
Lagrange presentò nel 1767, un metodo nuovo, esente dagli inconvenienti del metodo Newtoniano esso consiste nel tenere il numero richiesto tra due frazioni che si determinano, e che vanno sempre diminuendo, una delle quali è maggiore, l'altra minore di questo numero, per quanto sieno piccole le frazioni; ed in tal modo rendendo evanescente una differenza frazionaria vi ottengono i valori esatti del numero ignoto se ha dei valori possibili, o si giunge almeno a quel valore approssimativo che si vuole. L'opera pubblicata contiene delle altre notizie importanti, che per brevità si tralasciano.
Il Cittadino Duc Lachapelle ha letta uno memoria sull'osservazione fatta da lui a Montauban dell'appulso della Luna, e di Marte. Gli astronomi han dato il nome di appulso ai fenomeni nei quali la Luna passa ad una sì piccola distanza da una stella, o da una pianeta, che è quasi vicina ad ecclissarla. Osservano con oculatezza questi fenomeni, perchè servono a dedurne con precisione gli errori delle tavole lunari. Secondo la cognizione dei tempi dell'anno VI, Marte doveva essere ecclissato a Parigi. La distanza tra Parigi, e Montauban è stata sufficìente affinchè la Luna in quest'ultima città sembrasse un poco più elevata di Marte, e perciò non producesse ecclissi. Questa osservazione ha indotto il Cittadino Duc ad esaminare attentamente il disco di Marte; ho osservato nella sua parte australe, una macchia di un diametro sensibile, rotonda, e bianca; ed in conseguenza di ulteriori sue osservazioni, è di parere, che questa macchia sia situata al polo del pianeta.
Il Cittadino Delambre ha misurato la prima base, che si estende da Melun a Lieursaint, essa comprende la lunghezza di 11838,5 metri. La seconda base misurata da Perpignano a Narbona comprende 11702, 6 metri. L'esattezza di queste operazioni è soprendente. Delambre e Méchain sono ritornati a Parigi, e la grandezza del meridiano terrestre verrà determinata con una precisione che soprenderà la preterità.
Essendo stati liberati dal Tesoro Nazionale al Cìtt. Giuseppe Lozza, ex?Capitan Comandante d'Artiglieria, la somma di duc. Centoventinove, e grana novantanove per le sue paghe de' due mesi Piovoso, e Ventoso; egli, non avendo in tal tempo prestato servìzio alcuno, a causa de'suoi acciacchi di Salute, che lo impediscono di servire, stimò essere della sua onestà non riceversi la detta somma, rilasciandola in mano del Commissario di Guerra Ciafrone, dal quale glie ne fu offerto il pagamento, e di esporlo al Comitato Militare del Governo Provvisorio. Fin da' 7. Germile eseguì tal suo dovere, ma non avendone riportato alcun riscontro, fu nella necessità di replicarlo al Ministro della Guerra in una nuova memoria, che gli presentò a'26. dello stesso mese; in esito della quale ha veduto nella pubblica Tabella de' 6. Fiorile emanato il decreto, che resituisca la liberanza fattagli al Commissario di Guerra Ciafrone, per tenerne conto.
Il Pubblico non informato de'fatti potrebbe credere, da tal decreto, che il sudetto Cittadino Lozza si fosse ricevuto un indebito pagamento, e che poì sia stato obbligato a restituirlo, e potendo ciò giustamente ledere l'onestà di lui, che con troppo gelosia conserva, desidera, che tutti sappiano, che il pagamento, che nel sudetto decreto si dice dover egli restituire è quello istesso, che non ha voluto riceversi.

 

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